A chi fa paura il pacifista Turi Vaccaro? Un uomo che ha predicato sempre la non violenza contro tutte le guerre e che ha combattuto contro ogni strumento di morte come il MUOS di Niscemi, girava la Sicilia e l’Italia con il suo asino, e va ancora oggi pur essendo ammalato, nei luoghi dove si manifesta per la pace.
In carcere
Ora si trova in carcere, perché per via della sue opposizioni non violente viene continuamente arrestato ma nessuno ne parla in tv. Per Turi, cresciuto negli anni settanta, la Pace è quella vera, quella che si è combattuta a Comiso, a Niscemi, in Veneto contro le basi USA portatrici di guerra in molti paesi del pianeta.
Da Sigonella a Catania durante le guerre partono aerei, armi per bombardare vittime innocenti, perché quando si gettano bombe non si uccidono solo nemici ma soprattutto bambini e donne che quella guerra non vogliono nemmeno.
Turi dagli occhi dolcissimi, dalla barba incolta, dal sorriso puro di un fanciullo, ha sempre protestato salendo sul traliccio del MOUS, senza armi, con l’utilizzo delle sole mani ha tagliato fili spinati e con la non-violenza ha applicato gli articoli 10 e 11 della Costituzione.
A chi fa paura chi applica l’articolo 11 della Costituzione: “l’Italia ripudia la guerra”?
Sicuramente ai politici che la Costituzione hanno calpestato partecipando a tutte le guerre che la Nato ha indetto. E poi è comodo ripudiare la guerra e poi vendere le armi ai guerriglieri che alimentano la guerra stessa. Quello dell’Italia è un ripudio di comodo, non di certo etico/morale.
Turi Vaccaro
Turi Vaccaro ha speso la sua vita contro la guerra, ma nessuno in Italia ne parla sui sistemi mainstream. Come al solito si aspetta la morte di un personaggio per poterne parlare, perché da vivo è scomodo, troppo scomodo per poterne raccontare la storia.
In una delle sue incursioni dopo aver letto alcune pagine di un libro di Gandhi, si è spogliato e seminudo ha scavalcato la rete dirigendosi verso l’antenna più grande del MUOS. Qui ha gettato del sale per un’azione purificatoria ed ha portato con sé alcune piantine di ulivo in segno di pace e non violenza.