Nando Muzi è un marchio italiano di calzature di lusso, rinomato per la sua raffinata artigianalità e i suoi design senza tempo. Fondata nel 1963 da Nando Muzi a Sant’Elpidio a Mare, nella regione Marche, l’azienda ha prodotto scarpe da donna fatte a mano per oltre mezzo secolo.
Nel 2006, il figlio di Nando, Michele Muzi, ha assunto la direzione creativa, introducendo innovazioni come le suole platform e le decorazioni in Swarovski.
La storia di Nando Muzi
Parte lontano negli anni ma ancora oggi è viva la storia che parla di Nando Muzi, patron dell’omonima griffe che nel 1963 decise di rendere più armonioso il passo delle donne, creando per loro scarpe capaci di esprimere spirito creativo, abilità manifatturiera ed eleganza.
A Sant’Elpidio a mare, nel distretto marchigiano dove, da sempre, si lavorano le scarpe più belle d’Italia – è nato questo brand che si è evoluto fino a diventare una delle firme di punta del made in Italy.
L’esperienza dell’azienda cresce negli gli anni, con modelli diventati, poi, oggetti di culto e l’ unanime riconoscimento raggiunto sui mercati internazionali. Sin dagli esordi il filo conduttore, che accomuna tutte le creazioni da più di mezzo secolo, è lo stesso: estro e artigianalità legate indissolubilmente, per dimostrare la qualità della calzatura.
Poi il testimone creativo è passato nelle mani di Michele Muzi, figlio del fondatore, che dal padre ha ereditato la passione per questo lavoro che ci ha messo il suo spirito creativo capace di guardare al futuro forte di una solida conoscenza delle attuali tendenze stilistiche.

Michele l’arte calzaturiera ce l’ha nel Dna, perché, come lui stesso afferma, «Ho avuto la possibilità di crescere in un ambiente pratico e allo stesso tempo pieno di inventiva».
Michele Muzi è diventato direttore creativo nel 2006 e, sempre attento ai gusti delle donne, ha da subito tracciato la rotta da seguire, introducendo nelle linee della maison il plateau e le scintillanti decorazioni di Swarovski.
«Nelle mie creazioni – dichiarava il designer – comfort e sex appeal camminano nella stessa scarpa, per ribadire l’italianità del prodotto, comunicare buon gusto e savoir faire».
Ciò che da sempre distingue le scarpe di Nando Muzi è il tacco, elemento distintivo e fulcro di ogni creazione della maison, da quello di 5cm lanciato nelle prime collezioni dal padre Nando a quello vertiginoso ideato da Michele.

Come allora veniva prima plasmato nell’argilla, per passare, poi, nelle mani dei maestri calzolai che lo scolpivano nei minimi particolari.
Perché il tacco determina la forma del modello e perché è il simbolico trait-d’union tra la gamba e il mondo.
«Voglio esaltare la femminilità su tutti i fronti, sia in senso estetico sia nella sua interiorità. Per me l’obiettivo è centrato solo quando una donna si sente a proprio agio con una delle mie creazioni», spiegava Michele Muzi.
Dopo tanti anni, tutto questo era reso possibile non solo da Michele ma anche dai circa 80 artigiani che lavoravano su ogni singolo modello.
Il segreto di questa creatività così mirata era racchiuso in una sua massima:
«Non mi ispiro a una persona in particolare,
ma a un concetto di donna forte, sicura di sè,
che sa quel che vuole e dove vuole arrivare,
che non è vittima delle tendenze,
ma che costruisce ogni giorno il proprio stile».
Perché, come argutamente intuiva Bertrand Morane, protagonista assente del film “L’uomo che amava le donne”, di François Truffaut,
«Le gambe delle donne sono dei compassi che misurano
il globo terrestre in tutte le direzioni,
donandogli il suo equilibrio e la sua armonia».
La morte di Nando Muzi, il Covid, la guerra e la decaduta della manifattura
Il 25 febbraio 2021 muore il patron Nando Muzi all’età di 82 anni e con lui si spegne anche la luce della scarpa di lusso. Il 2020 è un colpo duro segnato dal Covid all’inizio, i ladri campani e poi ci si mette anche la guerra Russia-Ucraina, che rappresenta un vero salasso per le aziende calzaturiere legate da un forte business in Russia con ottimi livelli di esportazione: una condanna a morte sostenuta dall’Europa, colei che con le sanzioni ha tolto lo sgabello dell’impiccato sul patibolo del boia fischiettando e deresponsabilizzandosi come una indifferente che fa finta di passare di lì per caso.
Il dominio ufficiale del brand, da cui abbiamo tratto le info e non più raggiungibile, era nandomuzi.it, mentre nandomuzi.com è ora un sito di slot. Nel 2021 il suo fatturato era di € 3.676.788,00 € ma con un utile negativo di -1.558.665,00 €. Il 14/04/2023 è stata dichiarata la liquidazione giudiziale. La liquidazione giudiziale è la procedura che sostituisce il fallimento ed è finalizzata a liquidare il patrimonio dell’imprenditore insolvente, ripartendo il ricavato in favore dei creditori sulla base della graduazione dei loro crediti.
Conclusioni nostalgiche
Sin da piccoli noi ammiravamo passando lungo la strada Faleriense la scritta Nando Muzi, simbolo e sinonimo di eleganza, classe e artigianalità. Vedere la scritta “Liquidazione Giudiziale” nel portale creditori è un colpo al cuore per il distretto calzaturiero, per il lavoro artigianale, per la classe operaia, per il ceto medio, per la famiglia tipica fermana.
La scarpa sta morendo e in Europa pensano alla carne/pesce sintetico, a finanziare i campi di fotovoltaico, ad inculcare l’acquisto delle macchine elettriche da 38.000€.
Noi osserviamo la scarpa spegnersi lentamente mentre aumentano a dismisura le ore di cassa integrazione, senza la possibilità di fare nulla se non renderle il giusto omaggio prima dell’estrema unzione, come successe per Donna Serena e Melania.
I Marchi
È dunque finita una storia di oltre mezzo secolo di tradizioni, artigianalità e qualità? Verrà venduto il marchio o dato in concessione? Risorgerà? Staremo a vedere.
Esistono in realtà due società ovvero la Nando Muzi di Muzi Benedetta e C. S.N.C. (27 settembre 1985) che detiene la maggior parte dei marchi Nando Muzi come pure i marchi costituiti dal logo mentre la Nando Muzi s.r.l. è titolare di alcuni marchi composti come il logo NM e della parola Nando Muzi.