È uscito il cortometraggio amatoriale girato dal regista Michele Paoletti in collaborazione con l’APR per una platea di circa 200 fortunati che hanno partecipato all’esclusivo evento in un’elegante villa del territorio fermano.
La produzione della MEP & Amici Pazzi Riuniti (APR)
L’improvvisazione è stata la chiave di volta che ha reso le scene vere, reali, immutate. La recitazione è un aspetto che al Paoletti è sempre piaciuto poco, per via della mancanza di spontaneità. L’improvvisazione invece permette di ottenere risultati straordinari ed inaspettati.
“Parlare più” è un docufilm dal sapore nostrano ed autentico, della durata di 18 minuti che racconta la città, i suoi personaggi, i protagonisti (Andrea e Roberta) inconsapevoli del tutto. Parlare più rappresenta la quotidianità riportata in chiave ironica sul piccolissimo schermo per far fare una risata a tutti i partecipanti dell’evento.
La produzione
La produzione è stata affidata alla MEP in collaborazione con l’APR che ha definito il cast di attori alle prime armi ma con uno spiccato senso dell’umorismo e della recitazione. Un film in esclusiva riservato ad una platea di sole 200 persone scelte dai due event manager.
La giornata di presentazione avverrà in una delle ville più rinomate del fermano, dove vi sarà un ricco buffet di benvenuto ed un maestoso pranzo a seguire. Per motivi di sicurezza al fine di evitare possibili assembramenti e persone imbucate, la location e la data rimarranno nascoste fa sapere il regista, l’evento sarà privato ed il tutto coperto da segreto professionale.
Il regista continua con un ringraziamento a tutto il cast che ha fatto un ottimo lavoro, alla casa di produzione ed alle comparse che si sono prestate alla realizzazione del cortometraggio. Ci sono volute circa 6 ore di registrazione e 10 ore di montaggio per arrivare al risultato finale, ma ne è valsa la pena!
Il regista Michele Paoletti conclude dicendo: “Alla fine il film amatoriale mi ha sempre molto ispirato perché è carico di realtà e verità proprio come il por*o amatoriale. Si mantiene il contatto con l’utente che lo guarda, con riprese in modalità POV (point of view), e non si è mai troppo distanti da esso.
Oggi come oggi ritengo che questo aspetto manchi in molte produzioni, tutti pensano alla tecnica, alla risoluzione estrema, alla computer grafica, al video con il drone ma pochi si concentrano sullo storytelling, sul contenuto e questo crea distanza con lo spettatore, instaura quasi un senso di superiorità che lo infastidisce per mancanza di umità. Inoltre, anche volendo noi siamo privi di attrezzatura professionale e come disse un grande politico americano devi fare quello che puoi, con quello che hai, nel posto in cui sei e noi abbiamo sposato appieno questa citazione”
Grazie a tutti quelli che riusciranno ad apprezzare l’opera e l’ironia che vi si cela dietro: #parlarepiù