Quando ti si avvicina un anziano ed inizia la frase “Io a li tempi tua…” , sai già di aver firmato la tua condanna a morte fatta di almeno 20 minuti di racconti in cui si enfatizza la virilità maschile di un’epoca oramai conclusa e per la quale non si hanno testimonianze a riguardo. Di “Io a li tempi tua…” ne ho sentiti veramente tanti e ho capito col tempo che si tratta di una vera e propria leggenda metropolitana secondo la quale un vecchio ha la necessità di rivivere i ricordi spesso annebbiati e mutilati, enfatizzati ed esaltati da quell’invecchiata realtà passata che si vuole riproporre in versione restaurata 2.0 con hype annesso. Un remake dal sapore di rivincita?
Se incontri il vecchio con la fiatella e dalla voce rauca distorta dalle innumerevoli Marlboro rosse, preparati ad ascoltare le leggende più assurde. Il racconto del nostalgico solitamente ha tre unici argomenti:
- la giovinezza
- la fatiga
- la figa
Il saggio ha sempre un rimprovero o un monito ed innumerevoli cenni alla figa: “Come ve ne va de corre? Io l’unica corsa che me farrio è dietro la f..a”. Insomma, l’ostentazione della virilità è un pallino fisso dell’old man vissuto nel periodo patriarcale dove non ha fortunatamente conosciuto i social network ma ha la testa piena di post caratterizzati dai ricordi di “pugnette” mal digerite. Se il discorso inizia con “Io a li tempi tua…” sarà quasi sicuramente una fake news arzigogolata dall’inconscio di colui che ama rivivere, del nostalgico vissuto, del malinconico amareggiato.
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