L’antifascismo che alimenta il fascismo

L’antifascismo che alimenta il fascismo

Quante volte abbiamo sentito parlare di fascismo, di propaganda fascista e di apologia di fascismo? Perché anche l’antifascismo può essere molto pericoloso? Quali sono i punti su cui riflettere?

1 – Non va nominata la parola fascismo, non fai altro che attrarre l’attenzione di fascisti, aspiranti fascisti ed estremisti nazionalisti, infervorendo i loro animi. Insomma li fomenti, richiami la loro attenzione, li fai sentire importanti. È come accendere un timer ad una bomba, solo che non sai quando esploderà.

2 – Va utilizzata la parola regime al posto di fascismo. Perché l’apologia/propaganda è nei confronti di qualsiasi regime oppressivo si sia manifestato nella storia, compreso quello comunista (vedi Tito). Saluto romano e pugno chiuso, stesso livello. Simbolismo, stesso livello.

3 – Evitare di pronunciare la parola antifascismo perché come detto al punto 1 fomenta gli animi. Utilizzare la parola storia. Non deve essere l’antifascismo ad opporsi al fascismo ma bensì la “verità storica” che ne deriva dalla ricerca storica (difficile da trovare perché ognuno ha raccontato la storia a modo suo, dal suo punto di vista spesso non imparziale). La narrazione storica farebbe trarre le conclusioni al lettore senza doverle esprimere. L’antifascismo è l’espressione enfatizzata che esprime opinioni contro il fascismo spesso a prescindere dagli elementi storici. Lo storicismo esprime la storia e lascia le opinioni al lettore. È il lettore a crearsi l’opinione, non deve essergli propinata da qualcuno, ne potrebbe minare la credibilità.

4 – Onora il genocidio degli ebrei ed il genocidio degli italiani nelle foibe mettendoli sullo stesso piano con un equilibrio imparziale. È il numero di morti a definire la gravosità degli eventi o il livello di cattiveria umana applicato? Domanda aperta ma tendenziosa (vedi finale), risposta al lettore.

5 – Applicare tutti i punti precedenti senza creare disequilibri, altrimenti l’antifascismo si dimostrerebbe la miccia perfetta per la rinascita dei nuovi fascismi e per il principio della dualità si alimenterebbero a vicenda in inutili scontri politici che non fanno bene a nessuno.

6 – I favoritismi sono deleteri perché alimentano il disequilibrio proprio come accade per il razzismo. Tutte le razze, etnie, chiamatele come volete vanno trattate sullo stesso piano. Spesso invece accade che per combattere il disequilibrio del razzismo si finisce per generare un razzismo inverso. I disequilibri inversi sono pericolosi quanto quelli diretti.

7 – Tenere sotto controllo i luoghi sensibili, dove la folla psicologica ha la meglio sull’intelletto umano: le galere e le curve degli stadi in primis.

8 – Una norma contro la vendita e produzione di oggetti con simboli fascisti e nazisti cosa potrebbe provocare? Un mercato nero con un aumento dei prezzi che aumenterebbe il desiderio di possederli, perché spesso l’aumento del prezzo di un bene ne aumenta il desiderio da parte del consumatore. Di conseguenza non si arresterebbe lo smercio di questo materiale che continuerebbe ad essere venduto nel mercato nero forse anche più di prima. Sono simboli storici applicati al merchandising e nel momento in cui si vietano dovrebbe essere anche vietato il Mein Kampf di Hitler (oggi acquistabile anche con il bonus cultura) e l’autobiografia di Mussolini. Ma poi si incapperebbe in contraddizione, ovvero nella censura che è stata proprio tipica della propaganda nazi-fascista. Si cammina sul filo del rasoio e tagliarsi è un attimo.

9 – Cosa ha provocato l’antifascismo nella storia? Beh, l’antifascismo ha ucciso Benito Mussolini e Clara Petacci appendendoli poi a piazzale Loreto come trofeo di vittoria. Ovvero, l’antifascismo si è macchiato esso stesso di crimini ed invece di consegnare un sanguinario totalitarista ad un processo civile, lo ha ucciso trasformandolo così in una leggenda. Il peso del personaggio è stato tale da tramutarlo quasi in un martire e per questo motivo oggi da molti è venerato nei luoghi dove è nato e vissuto. Ecco quindi la controprova che l’antifascismo ha contribuito nel suo estremo atto finale ad eleggere “l’eroe” che oggi gli antifascisti stessi continuano a combattere il reincarnato e moltiplicato dittatore. L’odio ha generato odio trasformando il sanguinario in vittima e poi leggenda. E noi continuiamo a pagare ancora oggi quell’atto di mancata consegna del dittatore nelle mani della giustizia. La vendetta dell’antifascismo ha quindi contribuito ad alimentare la nascita dei nuovi fascismi e come tale anch’esso va condannato.

FINE

Ora alla luce di quanto detto, alcune domande lasciate al lettore. La proposta di legge contro la propaganda fascista e nazista ha senso o accende solo la miccia? Obiezione a me stesso: la domanda per come è stata posta è tendenziosa e pendente verso la risposta stessa. Fate attenzione a come vengono fatte le domande, non fatevi ingannare! Riformulo la domanda: “Secondo il vostro parere è giusta o sbagliata la proposta di legge contro la propaganda fascista e nazista?”, ecco ora molto meglio.

La mia conclusione personale è che non posso essere ovviamente favorevole al fascismo ma neanche all’antifascismo. Sono favorevole alla ricerca utopica della verità storica che benché non potrà mai essere trovata può essere stimata con errore accettabile. Ma spesso la verità storica non la trovi scritta su un libro bensì su una moltitudine di libri che vanno a costituire il bagaglio culturale su cui si forma la propria opinione. Anche in questo caso bisogna fare un mix di autori cercando di mettere insieme anche pareri contrastanti con diverse filosofie di pensiero. Ecco quindi che la più potente arma contro il fascismo non è l’antifascismo ma la cultura non tendenziosa. Una volta costruito il proprio bagaglio culturale l’obiettivo è partecipare a manifestazioni da ambo le parti per scambiare opinioni e cogliere le contraddizioni che ne emergono. La politicizzazione della storia è una vera sciagura, perché è nemica dell’approfondimento e della ricerca della verità, che è ciò che dovrebbe fare la ricerca storica. 

CURIOSITA’

La propaganda fascista come dissi diverso tempo fa è ancora presente nelle nostre città ma pochi ne conoscono la storia:

Il libro di storia locale

Affinché la storia sia raccontata in maniera opportuna vi è bisogno dell’imparzialità. La troverete in questo libro in uscita nel 2023 dal titolo: LA VITA DIETRO IL FILO. Racconti dei prigionieri vissuti in un campo di prigionia, dei partigiani, della fine della guerra, delle operazioni di salvataggio. Storie rispolverate dalla memoria del tempo!

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