Taharrush Gamea è un termine arabo che significa “molestia di gruppo” o “violenza di massa”. Si riferisce a un fenomeno in cui gruppi di uomini molestano o aggrediscono sessualmente donne in spazi pubblici, spesso durante eventi affollati o manifestazioni.
Questo termine è diventato noto a livello internazionale dopo che episodi simili sono stati segnalati durante le proteste della Primavera Araba e, successivamente, durante i festeggiamenti di Capodanno a Colonia, in Germania, tra il 2015 e il 2016.
Un fenomeno che va di pari passo alla sostituzione etnica in corso d’opera.
Taharrush Gamea in Italia
In ultimo, anche in Italia a capodanno in piazza a Milano dove bande giovani di etnia/discendenza straniera (immigrati e figli di immigrati di 2° e 3° generazione) hanno molestato diverse ragazze che stanno denunciando l’accaduto. Uno scandalo di violenza di gruppo finito nelle cronache internazionali che ha coinvolto anche turiste europee.
I soggetti coinvolti sono stati identificati sia sulla base dei numerosi controlli effettuati in loco, sia attraverso l’esame accurato di foto e video diffusi anche sui social network. 14 persone sono state denunciate all’autorità giudiziaria. Due ragazzi stranieri, uno dei quali identificato grazie ai video disponibili ed un secondo fermato e controllato in Piazza Duomo, sono stati trattenuti presso il CPR milanese di Via Corelli e rimpatriati il 7 Gennaio.
Il fenomeno del Taharrush Gamea
Il fenomeno si verifica di solito in situazioni in cui ci sono grandi folle, come manifestazioni, festival o celebrazioni, dove i colpevoli possono agire con una certa anonimità. Spesso, i gruppi di uomini agiscono in modo semi-coordinato, formando un cerchio attorno alla vittima per isolarla e impedire l’intervento di altre persone. Le azioni possono andare dalle molestie verbali e i palpeggiamenti fino a forme più gravi di violenza sessuale. Questo comportamento si basa spesso sulla dinamica del “branco”, in cui l’anonimato offerto dalla folla incoraggia gli individui a partecipare a comportamenti che, da soli, non avrebbero intrapreso.
Gli episodi più noti di Taharrush Gamea sono stati riportati in Egitto, in particolare durante le proteste in Piazza Tahrir nel 2011, quando molte donne hanno denunciato di essere state aggredite, spogliate o molestate da gruppi di uomini.
Un altro caso di grande risonanza internazionale si è verificato a Colonia durante la notte di Capodanno 2015-2016, quando numerose donne hanno subito aggressioni da parte di gruppi di uomini descritti come di origine nordafricana o araba. Episodi simili sono stati segnalati anche in Tunisia, Algeria e in alcune parti d’Europa.
Le cause di questo fenomeno sono complesse e includono la dinamica delle folle, che rende più facile per i colpevoli agire senza essere identificati o fermati, e le norme sociali e culturali in alcuni contesti, che possono tollerare o minimizzare comportamenti di molestia. Inoltre, una scarsa applicazione della legge o una risposta ritardata da parte delle forze dell’ordine possono consentire agli episodi di degenerare.
La risposta al fenomeno è stata diversificata. Attivisti e organizzazioni non governative hanno cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica e offrire supporto alle vittime, mentre alcuni governi hanno adottato misure più severe, come un maggiore dispiegamento di forze dell’ordine durante eventi di massa. In parallelo, movimenti culturali e sociali hanno cercato di sfidare norme e atteggiamenti che normalizzano o giustificano le molestie, ponendo l’accento sulla necessità di cambiamenti sistemici per garantire la sicurezza delle donne negli spazi pubblici. Questo fenomeno ha scatenato un dibattito acceso sulla violenza di genere, sulla responsabilità individuale e collettiva, e sull’importanza di una giustizia efficace e di una trasformazione culturale profonda.
Le nuove culture integraliste
Quella che una volta si definiva integrazione sta lasciando spazio invece all’integralismo. Un vero e proprio arretramento culturale che sta minacciando l’Occidente e anni di lotta per la parità dei diritti delle donne. Oggi molte donne in Italia di cultura araba non occidentalizzate girano totalmente o parzialmente coperte, private della loro libertà personale e vengono picchiate se si ribellano al sistema.
Eccone un esempio di come funziona tale pratica barbara e indegna di qualsiasi paese civile:
This game is called #taharrushgamea taharrush gamea (in Turkish) popular amongst Muslims . Its a rape game invented by muslims . Every muslims are aware of this game . https://t.co/rfSIul6d1m
— kmoriya (@Kr481423159) January 4, 2025
Culture arcaiche e pericolose che si basano su codici di vendetta
Spesso queste culture utilizzano l’espressione “Il sangue va lavato col sangue” che riflette un concetto antico e radicato, di giustizia retributiva o vendetta. Indica che un’offesa grave, come l’uccisione di una persona, può essere riparata solo con un atto equivalente, spesso attraverso un altro spargimento di sangue. È una frase che richiama i principi di vendetta familiare, faida o giustizia tribale.
Le Crociate servivano per evitare la deriva islamica
Le crociate furono una serie di spedizioni militari, religiose e politiche condotte tra l’XI e il XIII secolo, promosse dalla Chiesa cattolica per riconquistare la Terra Santa (in particolare Gerusalemme) e difendere i luoghi sacri del cristianesimo dall’espansione islamica. Esse rappresentano uno dei capitoli più significativi del Medioevo, influenzando profondamente la storia religiosa, politica e culturale dell’Europa e del Mediterraneo.