Ciò che leggerete fa parte della più grande ricostruzione storica mai realizzata sul campo di prigionia per truppe PG70 a cura del Dott. Michele Paoletti in collaborazione con la redazione di Seremailagno.com (continuamente aggiornato negli anni).
In questo articolo abbiamo cercato di ricostruire gli eventi principali del XX secolo fino ai giorni nostri che si sono successi nel PG70 e nelle sue immediate vicinanze. Una storia locale che si intreccia con la storia italiana, percorrendo un’evoluzione interessante sotto tutti i punti di vista. Il PG70 rappresenta un luogo della memoria in senso molto ampio, perché racchiude in sé una moltitudine di storie espresse durante un arco temporale molto vasto. Vale quindi la pena di raccontare gli eventi che hanno segnato la vita di molte persone italiane e straniere. Entrando al suo interno si viene colti da un profondo silenzio, come se il tempo si fermasse all’improvviso. Percorrendo i grandi capannoni semivuoti è come se si sentisse una narrazione silente. Una specie di varco spazio-temporale che ti trasporta indietro nel tempo, e tutto diventa bianco e nero. Tra le molte sfumature di nero che si sono successe emerge molto spesso il bianco candido che rischiara la cupa oscurità delle tenebre. Storie di fuggitivi stranieri aiutati e protetti dalla popolazione locale fanno emergere la solidarietà del popolo contadino di quel periodo, povero ma con un grande cuore, che rischiava la propria vita per proteggere un ex prigioniero di guerra. Quanti oggi sarebbero disposti a fare la medesima cosa? Il processo di globalizzazione ci ha reso meno umani e più attaccati ai nostri averi piuttosto che ai nostri ideali? Sono proprio queste storie di bianco candido rispolverate da un periodo storico oscuro a rendere la storia entusiasmante, avvincente, come in un romanzo manzoniano dove i personaggi descrivono la loro vita fatta di attimi intensi che si intrecciano a vicenda. Passeggiando al suo interno guidato dal custode che mi fornisce spiegazioni, ripenso all’autobiografia di Ken dove narra il suo arrivo, la sua vita e fuga dal PG70.
Sembra quasi di vivere in un film di guerra in bianco e nero, sento i brividi attraversare il corpo. Quanta sofferenza c’è stata in questo posto? La percepisco, voglio raccontarla affinché ne rimanga testimonianza come il suono della vecchia sirena a manovella che scandiva l’inizio e la fine della giornata. Torno verso il cancello, saluto e ringrazio il custode, mi volto un’ultima volta a guardare l’aquila. L’aquila è un simbolo di forza e destrezza, ed in quel tempo il simbolismo era un modo di comunicare molto forte. Intingere un ideale in un simbolo significava dimostrare la propria presenza e la sudditanza psicologica ogni volta che lo si osservava proprio come le frasi scritte sui muri delle case rurali. Esco dal XX secolo con alcune domande e molte risposte. Tra le domande quella che mi incute più timore è: “E se un giorno tutto questo ritornasse? O forse rappresenta ancora il presente in molte parti del mondo? Qual’è il prezzo della libertà?”. A coloro quindi che hanno sofferto e perso la vità per renderci liberi dedichiamo questa ricostruzione storica unica nel suo genere perché corredata di foto, video e documenti storici.
RICOSTRUZIONE STORICA DEL PG70
Prima del 1900: questa era la situazione del tratto ferroviario dell’Italia centrale

14/12/1908: Viene inaugurato il tratto ferroviario Porto S. Giorgio-Amandola con trazione a vapore. stazioni e fermate: Porto S. Giorgio, Porto S. Giorgio (FAA), Castiglione, Fermo S. Lucia, Monteurano-Rapagnano, Girola, Grottazzolina, Magliano di Tenna, Montegiorgio, Belmonte Piceno, Monteverde, Falerone, Servigliano, S. Vittoria in Matenano, Monte S. Martino, Montefalcone Appennino, Marnacchia, Amandola
Prima del 1930: era presente il vecchio ponte romano, distrutto successivamente da una piena

1930: Costruzione del nuovo ponte sopra il fiume tenna (fonte: link)

24/12/1930 e 21-22-23/11/1931: Piena del Tenna (fonte: link)
1938: Costruzione del linificio (fonte: link)
10/07/1942 : Lo stato maggiore regio dell’esercito ufficio prigionieri di guerra tramite il sottocapo di stato maggiore per la difesa del territorio comunica al comando IX corpo d’armata: si dispone l’immediato approntamento a campi di concentramento dei linifici situati in località Monturano (Monte Urano) e Urbisaglia. ogni campo dovrà poter internare 12.000 prigionieri di guerra sistemati in lettini triposto. si danno disposizioni anche in merito alla recinzione dei campi, alla suddivisione interna, ecc… (fonte: link). Furono così chiusi con pareti in muratura i vari capannoni, inserendo le finestre dove mancavano.
21/07/1942: Lo stato maggiore regio dell’esercito ufficio prigionieri di guerra tramite il colonnello di stato maggiore comunica al ministero della guerra: a parziale modifica di quanto stabilito precedentemente (vedi pgv03), si precisa che in seguito alle modifiche dei linifici di Monte Urano e Urbisaglia e dei baraccamenti di Carinaro i posti accantonati disponibili saranno 42.500 (fonte: link).
AGOSTO 1942: Il campo diviene operativo, viene stabilita una capienza massima di 8.000 prigionieri
01/09/1942: Il campo conta 1.374 prigionieri
07/09/1942: Il campo PG70 viene numerato come p.m. (posta militare) 3.300 (fonte: link)
30/09/1942: Il campo conta 1.629 prigionieri (fonte: link)
30/11/1942: Il campo conta 4.115 prigionieri (fonte: link)
31/12/1942: Il campo conta 5.766 prigionieri (fonte: link)
31/01/1943: Il campo conta 6.230 prigionieri (fonte: link)
20/02/1943: Ispezione sanitaria (fonte: link)
28/02/1943: Il campo conta 7.314 prigionieri (fonte: link)
31/03/1943: Il campo conta 6.898 prigionieri (fonte: link)
LUGLIO 1943: Ken De Souza fugge dal PG70 e rimane 6 mesi nella casa della famiglia Brugnoni
08/09/1943: L’ 8 Settembre del 1943 viene reso pubblico l’armistizio firmato con gli alleati il 03/09/1943. I soldati fascisti di guardia nel campo PG70 fuggono dall’arrivo dei tedeschi, mentre gli internati prendono due strade, una parte fugge nelle campagne cercando di accorciare le distanze con gli alleati, un’altra parte decide di rimanere nel campo per aspettare l’arrivo delle truppe alleate. Nel frattempo i tedeschi sono diventati dei nemici.

15/12/1943: Ken De Souza e i suoi compagni tentano di tornare a casa. l’operazione viene però annullata a causa del maltempo.
21/01/1944: Si tenta di nuovo l’operazione di recupero. Finalmente il salvataggio riesce, gli inglesi sono liberi di tornare a casa (grazie alla ricostruzione storica fatta sono riuscito a trovare un errore, nel video il cronista dice 21/01/1943 quando in realtà è 21/01/1944 (fonte video: link):
22/06/1944: Gli americani avanzano e conquistando Camerino e l’Umbria, fino ad arrivare a Fermo.

02/09/1945: Termina la seconda guerra mondiale

1945-1950: Il PG70 diviene un campo di raccolta profughi di varie nazionalità ma in massima parte croati, fuggiti dalle persecuzioni di Tito. il campo giunse fino ad ospitare 3000 profughi. Questi adibirono uno dei capannoni come chiesa, e vi pitturarono una divinità avente proprio lo stemma Croato:

Una sua ristrutturazione digitale da noi realizzata:

1956: Inaugurazione della nuova proprietà, nasce la conceria Sacomar.

27/08/1956: Il tratto ferroviario Porto San Giorgio-Amandola tra cui la stazione Monturano-Rapagnano viene chiuso a causa delle forti passività (fonte: link).


1958: Sul tratto porto san giorgio-fermo viene costruita una linea filoviaria (attiva fino al 1977):

1966: Viene festeggiato il decennale della nascita e il primo miliardo di lire

Aprile 2003: La conceria entra in amministrazione controllata.
6/09/2003: Il tribunale di Fermo ne dichiara il fallimento e viene chiusa, mandando a casa 144 dipendenti. Tutti i macchinari vengono acquisiti dai cinesi ad eccezione di una corona di trasmissione circolare di grandi dimensioni, rimasta vicino all’aquila (simbolo del fascismo) difronte all’ingresso.

Dicembre 2005: viene pubblicato il libro di Ken De Souza “Escape from Ascoli” successivamente tradotto da Annelise Nebbia in “Fuga dalle Marche”, che narra la storia di un sottufficiale dell’aviazione britannica precipitato nel deserto africano durante un bombardamento, catturato e portato nel PG70.

25/04/2006: Ken De Souza viene invitato a Monte Urano per l’anniversario della liberazione e in corrispondenza dell’uscita tradotta del suo libro.

11/2007: Nel Novembre del 2007 Adriatica Spa (link) ha proceduto all’acquisizione (6/7 milioni di €) dell’area sita in Girola di Tenna (Fermo), sede dell’ex Sacomar, per 110.000 mq circa (di cui circa 20.000 al coperto), procedendo successivamente alla sua bonifica (1 milione di €):

30/04/2016: Esce PG70 fotografie di Alessandro Miola (giornalista fotoreporter link al suo profilo), un opuscolo di 48 facciate contente la breve storia del PG70 sia in italiano che in inglese e alcune foto particolari scattate al suo interno (link).

03/05/2016: L’artista Giulio Vesprini (link al profilo) inizia a realizzare la sua opera su un lato del capannone. Nella parte centrale viene raffigurato un grande papavero rosso (il fiore che ricorda i caduti in battaglia) con la scritta bianca “In memory”.
Il video della realizzazione ottiene un enorme successo nel campo degli artist:
IN MEMORY from GIULIO VESPRINI on Vimeo.
Nello stesso anno alcuni ragazzi del liceo artistico realizzano un altro murale, che racchiude tutta la storia del ‘900 in una sola pittura, il lino, le pelli, gli internati, il treno della vecchia stazione, il filo spinato e la lotta per la libertà:


La descrizione del dipinto fornita da uno degli autori:
”La storia narrata per immagini, ispirata alle vicende del luogo, si snoda con moto circolare intorno all’impressionante figura totemica del Tempo.
La potenza del racconto si origina dalla poesia cromatica di un prato fiorito di lino. Una corolla delicata emerge a donare il filo sottile che per tragica mutazione si riempie di spine avvolgendosi al braccio teso verso il passato. Quell’opificio si trasformerà in una deriva di sofferenza: ai panneggi del linificio si sostituiranno presto le tetre divise a strisce dei detenuti nel campo di concentramento, vuote ma già destinate a vestire cataste di anime dolenti, quelle dei profughi qui deportati su un treno che non più, incombente macchina sulfurea il cui vapore malato si confonde con le nuvole pure. Mentre alcune pelli rimandano all’attività dell’ex conceria ormai dismessa che attende di essere riqualificata.
Così dalla feconda Terra, di noi tutti Madre, ci siamo distaccati. Da una tagliente frattura si erge la figura centrale a dominare ipnoticamente la scena. Rappresenta l’Umanità ora mai inesorabilmente fermata nella sua crescita morale della terribile tentazione di dominio, irrigidita nella livida corruzione dello Spirito che priva della libertà della vita.”
RAMADAN
04/06/2016: Va in scena turni d’arte un evento ricco di artisti, per pensare, ricominciare, ricostruire. L’evento viene organizzato da Oltreconceria (link):

01/09/2016-2017: A seguito degli eventi sismici verificatisi nelle Marche una parte della struttura è stata messa a disposizione dei terremotati. Alcuni capannoni sono utilizzati come deposito da alcune ditte.
15-16 Luglio 2017: Prima manifestazione della “Fabbrica delle polpette”, alla scoperta dei prodotti gastronomici locali.
Luglio 2019: Meetbal Festival
Dicembre 2020: Vittorio Brumotti gira all’interno alcune riprese effettuate da Cuk Studio per la promozione dell’International Motor Days:
Anno 2021: Il progetto di Fermo sull’ex Conceria viene premiato dal Ministero delle Infrastrutture con 15 milioni di euro. Vi sarà una nuova riconversione.
Riferimenti ed approfondimenti
In questo pdf che potete scaricare GRATUITAMENTE sono riportati tutti i riferimenti da cui sono state tratte parti delle informazioni, alcuni potrebbero però non funzionare più con il passare del tempo perché magari i siti vengono chiusi. Ringrazio inoltre il custode del PG70 per avermi guidato all’interno spiegandomi l’evoluzione storica del luogo. Chiunque voglia aiutarmi a rendere sempre più completo l’articolo con nuovo materiale può inviarmi una email all’indirizzo michelepaol@gmail.com. Questo articolo è frutto di un’importante ricerca storica unica nel suo genere per la valorizzazione del luogo e del patrimonio storico fermano. Il tutto è stato realizzato senza alcun finanziamento pubblico o privato ma da ricercatori indipendenti.
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