Il Babaloo era tra le discoteche estive più belle d’Italia ma qualcuno sostiene che fosse anche una tra le più belle d’Europa. Il locale fu poi chiuso più di un decennio fa e da quel momento cadde in rovina non solo lei ma tutto il complesso limitrofo.
Il Babaloo
Della discoteca Babaloo, costruita sopra un lago artificiale, ne parlavano e un po’ tutti e ogni weekend i clienti provenivano da tutta Italia per delle serate all’insegna della movida. Molti sono stati gli ospiti del jet set televisivo romano e milanese a far capolino al Babaloo tra tronisti, conduttori, opinionisti e fuoriusciti dal Grande Fratello.
Poi la crisi americana del 2008 con la bolla Lehman Brothers, che in Italia si è sentita maggiormente tra il 2011 e 2012, ha cambiato le carte in gioco di tutto il panorama economico e sociale. Possiamo dire che nel 2012 è finita ufficialmente la coda degli anni 90′ come la conoscevamo noi, ed è iniziata una nuova era.
La società che gestiva il plesso andò in bancarotta semplice e tutto fu chiuso, mentre il processo si è dilungato per quasi 10 anni nei tribunali.
L’ombra delle organizzazioni criminali e l’Operazione Gustav
Il Babaloo negli anni floridi macinava soldi e per questo fu attenzionato dalle grinfie delle organizzazioni criminali di stampo mafioso calabresi che avevano iniziato ad espandere il business sulla costa adriatica. Il tutto è stato riportato nell’Operazione Gustav dove si parla di pizzo, ritorsioni, droga e armi tra Marche e Abruzzo. A chi non pagava veniva incendiato il locale, questo era il modus operandi. Il prezzo del pizzo (per avere la protezione mafiosa) per il Babaloo era partito da 1000€ al mese per poi arrivare tra 3000€ e 4000€. Un potente boss calabrese, diventato poi super latitante ed arrestato qualche mese fa, aveva messo le mani sulle attività della movida.
Che qualcosa stesse cambiando lungo la costa adriatica si era capito dagli eventi che si sono susseguiti in quel periodo. Nel medesimo asso temporale andò a fuoco la discoteca Zen di Porto San Giorgio. Un incendio di origine dolosa. Non coincidenze ma intimidazioni, che significano inizio del controllo criminale sul territorio.
Anche nei servizi di sicurezza delle discoteche qualcosa era cambiato. I buttafuori sembravano per lo più ex galeotti rissosi, forse inseriti appositamente per mantenere il controllo nei locali e riportare informazioni al clan. Si affidava la sicurezza nei locali a tatuati dopati di testosterone con l’embolo facile mentre le discoteche avevano via di fughe chiuse (insicure) ed erano spesso in delle specie di scantinati illegali. Dunque, che l’aria fosse diversa era percepibile. E che la sicurezza fosse insicura si è visto poi con i fatti di Corinaldo dove ci sono scappati i morti. Allora sono intervenuti con controlli in tutta la regione, perché fino a quando non ci esce il morto in Italia le cose non si fanno.
Negli anni si sono susseguiti altri incendi come alla discoteca Luxury di Porto San Giorgio, Moyto e Gilda di Porto Sant’Elpidio. Gli orari in quasi tutti i casi coincidono, 4:15/4:30. Coincidenze? Casualità? L’orario perfetto per appendere il fuoco nel pieno della notte.
Ex discoteca Babaloo e turismo Urbex
Negli ultimi anni però si è intensificato il turismo esplorativo. Il video nel Babaloo di un esploratore urbano che ha superato su Instagram 7.4 milioni di visualizzazioni ha generato un effetto valanga di turismo Urbex che sta aumentando di giorno in giorno, come testimoniato dal proliferare di video su YouTube. L’eccesso di “pubblicità” potrebbe creare un problema ulteriore per la sicurezza e l’incolumità di chi si avventura in quel luogo. Le autorità ed i proprietari dovrebbero intervenire per apporre barriere e divieti prima che succeda qualcosa di grave in quel degrado abbandonato anche da Dio.
La politica dovrebbe intervenire per risollevare l’immagine della location e obbligare la pulizia del degrado urbano ai privati: non è più accettabile dopo oltre 10 anni di silenzio che sia presente ancora uno scempio visibile dalla statale adriatica.
L’unica cosa che è stata tolta in tutti questi anni è stata la chiatta (che vedete nell’immagine di copertina quando era illuminata e attiva) che si stava degradando nel lago con un inquinamento immaginabile. È forse ora di fare qualcosa?