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La prima notizia di questa chiesa risale al 1148. Nel corso del tempo viene definita come: S. Giovanni in Colle Maiore, S. Giovanni in Boxeta, con evidente allusione al bosco che la circondava.
La chiesa è una costruzione rettangolare in stile neoclassico, con tetto a capanna ad unica navata. Nella volta interna della chiesa è rappresentato il mistero Trinitario con teorie di angeli. Al presbiterio e’ stata data una scenografia da deserto biblico e da primitiva catacomba cristiana. Il Fonte battesimale è opera di una bottega artigianale milanese.
Vi si conservano una decina di reliquiari del ‘600 e del ‘700 in intaglio su legno dorato, un reliquario del’500 in argento con lo stemma del vescovo dell’epoca. Nel 1861 la chiesa divenne proprieta’ demaniale e fu affrancata dai Bonafede di Fermo e dai Conti Raccamadoro Colli.
Nel 1923 viene costruito il villino estivo dei Conti Raccamadoro in stile liberty, il tutto, chiesa e villino, circondato da un parco-giardino al quale si accedeva per un viale di pini che scendeva dalla strada provinciale monturanese. Con la morte della contessa Raccamadoro tutti i beni passarono di proprietà all’Archidiocesi di Fermo.
Molte ed importanti le opere pittoriche all’interno della chiesa tra cui spiccano per rilevanza: “La disputa di Gesù coi quattro dottori” di G.B.Ragazzini del 1592. Dello stesso pittore ravennate un’ altra opera del 1592 “Presentazione di Gesù al tempio“.
Vicino alla Chiesa si svolgono ogni anno tre importanti manifestazioni: la Festa di Sant’Antonio con benedizione degli animali, la Castagnata e la Festa di San Giovanni che include la Sagra de li vincisgrassi cotti su lu furnu a legne.
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Don Luigi Mancini viene incaricato oggi 6 gennaio 2024 dall’Arcivescovo Mons. Rocco Pennacchio nella parrocchia di San Giovanni Battista, prendendo il posto di Don Marco.
Diventa così doppio l’incarico di Don Luigi che si dividerà tra la parrocchie di San Michele, San Rocco e San Giovanni nel territorio di Monte Urano. Il mandato avrà durata di 9 anni dunque terminerà quando Don Luigi avrà 85 anni.
Il Mons. ha sottolineato una peculiarità di San Giovanni: la possibilità di vedere in perfetta linea retta la cattedrale del Duomo di Fermo. Ad indicare che bisogna mantenere l’unità e creare una comunità ancora più forte con la Chiesa di San Michele tramite dei percorsi di condivisione, pur mantenendo ognuna le proprie attività.
La benedizione degli animali è fissata nella prima domenica in corrispondenza della Festa di Sant’Antonio presso la Chiesa di San Giovanni Battista alle ore 15:00. Per il 2024 è oggi domenica 21 gennaio. Il pane benedetto è distribuito durante le Sante Messe.
Sabato 14 e domenica 15 Ottobre 2023 a Monte Urano nell’adiacente Chiesa di San Giovanni Battista, avrà luogo la 32° edizione della Castagnata e la 13° sagra del tradizionale “Pulentò ‘ndegghiatu cottu su lu furnu a legne”. Aiutaci a condividere l’articolo!
Il pulentone (in gergo dialettale pulentò), una volta impastato viene steso, tagliato fino fino a fette con il filo, come vuole la tradizione locale, e poi messo dentro una teglia (da qui il nome “ndegghiatu” ad indicare l’operazione di “indegghiamento”), viene adagiato il sugo strato dopo strato e cotto rigorosamente nel forno a legna. Una volta uscito sembra una pietanza dal sapore molto vicino ai vincisgrassi.
Gli stand gastronomici saranno aperti sabato a cena e domenica a pranzo e a cena, anche da asporto. Il pomeriggio domenicale verrà allietato dalla musica della Old House of Music cover band. Vietato mancare a questo annuale appuntamento!
Dalla tradizione culinaria a quella religiosa ma anche artistica. La Chiesa di San Giovanni Battista è un vero e proprio gioiellino architettonico con pitture e quadri degni di nota, immersa in un verde giardino curato in ogni dettaglio dall’Associazione. La Chiesa è attaccata a quello che era il villino estivo dei Conti Raccamadoro in stile liberty.
La Chiesa è una costruzione rettangolare in stile neoclassico ad un’unica navata. Le finestre di vetro sono state realizzate a forma di lunetta. Le finestre del portale sono in alabastro. Ai lati della finestra che sormonta il portale si notano Angeli con dalmatiche damascate che suonano trombe auree e quattro putti che sorreggono due stemmi: quello di Papa Pio XII regnante al momento della realizzazione, e dell’Arcivescovo di Fermo Norberto Perini che la eresse canonicamente con bolla del 28 agosto 1949.
Più a destra in un blocco di pietra sorretto da un putto, c’è l’iscrizione del committente e del pittore Elis Romagnoli con l’indicazione dell’anno di realizzazione il 1955. Nel muro portante, che divide la navata dal presbiterio rialzato, sono state praticate tre aperture. Due porte laterali sormontate da due nicchie con le statue del Sacro Cuore e dell’Immacolata ed un arco al centro con altare rivolto verso il popolo. Di fronte alla porta di destra si trova la tomba dei Conti Bonafede che hanno voluto essere sepolti all’interno della loro amatissima chiesa.
Al centro della volta della navata su uno sfondo azzurro trapuntato di stelle e con cime di alberi che affiorano, è simbolicamente raffigurato in mezzo a un vortice concentrico di innumerevoli Schiere Angeliche volteggianti, il Mistero Trinitario sorgente di tutto il bene. Gli Angeli più grandi che affiancano le lunette inneggiano alla figura di San Giovanni Battista e riportano alcuni brani evangelici che lo riguardano esaltando Colui che è venuto a rendere testimonianza alla Luce.
A destra dell’altare è stata inserita una statua lignea di San Giovanni Battista. Sulle pareti laterali della navata sono ricavate quattro nicchie: nelle due di destra sono collocati Sant’Antonio Abate e San Giovanni Bosco, in quelle di sinistra San Vincenzo Ferreri e San Gabriele dell’Addolorata. In fondo alla Chiesa sono stati inseriti due quadri di dimensioni 100X40 del pittore ravennate Giambattista Ragazzini. Il primo raffigura “la presentazione di Gesù al tempio”, il secondo “La disputa di Gesù con i dottori del tempio”.
Al presbiterio, coperto a volta reale, è stata data una scenografia da deserto biblico nella parete di fondo, che in origine faceva da ambiente vitale alla pittura su tavola di Elis Romagnoli raffigurante San Giovanni che battezza nel fiume Giordano attualmente posizionata in Sagrestia. Sulla volta del presbiterio sono riportati i simboli della primitiva chiesa catacombale: Chirò, colomba con ramo d’ulivo, pesce sormontato da un cesto di pane, palma, pavone.
Nell’arcosolio dell’altare all’albero della caduta dei progenitori si contrappone l’albero della croce. Le tavole della legge mosaica si completano nel vangelo di Gesù Cristo che è Via, Verità e Vita. Sopra l’altare appare la figura dell’Agnello sgozzato, ma in piedi, simbolo del Cristo morto e risorto, da cui hanno origine sette ruscelli simbolo dei sacramenti della Chiesa cattolica.
La parrocchia è stata retta dal 1949 al 1959 da Don Iginio Cervellini, dal 1960 al novembre 1992 da Don Giuseppe Crocetti (conosciuto come Don Peppe), dal dicembre 1992 ad ottobre 1993 da Don Alfredo Abbondi e da Don Ferdinando Pieroni dal 5 novembre 1993. Proprio quest’anno Don Ferdinando ha festeggiato 50 anni di sacerdozio di cui quasi 30 nella parrocchia di San Giovanni Battista (è arrivato nel 1994, succeduto a Don Peppe). Dal 2023 Don Ferdinando è affiancato da Don Marco.
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Il Premiato Corpo Bandistico della città di Monte Urano omaggia San Giovanni Battista nell’omonima chiesa di Monte Urano.
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