L’aumento dell’IVA in Italia era stato deciso a tavolino da parecchio tempo. Perché non è entrato in vigore sin da subito ma come clausola? Perché le “inculate” vanno sempre introdotte gradualmente con la vasellina in modo soporifero al fine di evitare le proteste che si potrebbero verificare in un’introduzione repentina.
Verrà accettato dalla folla psicologica
Quando si iniziò a parlare dell’aumento dell’IVA già sapevano che la sua introduzione sarebbe stata inevitabilmente fatta. Gustave Le Bon nel libro che ispirò Benito Mussolini e Adolf Hitler ovvero Psicologia delle folle (1895) spiega come si evitano le proteste della folla (basta fare la cosa più ingiusta ma che fa meno impressione):
La psicologia delle folle dimostra come queste ultime, per la loro natura impulsiva, siano assai poco influenzate da leggi e dalle istituzioni, e come nello stesso tempo siano incapaci di avere un’opinione qualsiasi al di fuori di quelle suggerite da altri. Si lasciano sedurre dalle impressioni che qualcuno è riuscito a far sorgere nel loro spirito.
Se un legislatore, ad esempio, vuole imporre una nuova tassa, dovrà forse scegliere quella che è teoricamente giusta? Nient’affatto. La più ingiusta risulterà praticamente la migliore per le folle purché sia la meno appariscente e a prima vista la meno gravosa. Ecco perché un’imposta indiretta (ogni riferimento all’IVA potrebbe non essere puramente casuale) anche se esorbitante sarà sempre accettata dalla folla. Dato che viene prelevata quotidianamente su generi di consumo nella misura di frazioni di centesimo, non incide sulle abitudini e fa poca impressione. Se la si sostituisce con un’imposta proporzionale sui salari e sui redditi da pagarsi in un solo versamento sia pure dieci volte meno gravoso dell’altro solleverà unanimi proteste.
L’aumento dell’IVA fa ribrezzo, è fortemente ingiusto, anti demos e drasticamente gravoso per le fasce medio-basse ma fa poca impressione ed è apparentemente accettabile. La sua introduzione aumenterà le disparità sociali ed il divario tra ricchi e poveri che diventerà sempre più ampio definendo così i vincitori e i vinti nel mondo della globalizzazione. L’immigrazione ha una fortissima impressione in grado di generare destabilizzazione sociale e odio, la stessa destabilizzazione che non si crea con l’aumento dell’IVA nei confronti delle autorità plutocratiche. L’obiettivo di scatenare una guerra orizzontale tra poveri è finora ben riuscito complice la fame di click nel mondo dei social usati come arma di distrazione di massa.
Il secondo fatto logico che a molti sfugge è l’impossibilità di una riduzione delle tasse. Con un debito pubblico crescente che avanza di anno in anno, l’unico modo per ridurre le tasse è aumentare il PIL (durante gli anni della crescita economia era proprio il pil a trascinare l’economia) o il debito pubblico. Ma essendo le tasse troppo alte e l’economia stagna il PIL non riesce ad aumentare quindi l’unico modo sarebbe l’indebitamento che non può essere sforato sopra una certa percentuale (salterebbe lo schema Ponzi della moneta). La morale è che le tasse non si possono ridurre perché sarebbe contro il processo logico/economico, si può solo spostare il peso su chi gravano (e questo non viene fatto secondo logica ma secondo consensi che si guadagnano). Le tasse aumentano di anno in anno perché è impossibile ridurre il debito pubblico a causa del meccanismo di generazione a prestito della moneta.
Il paese è destinato ad indebitarsi sempre di più e a pagare sempre più tasse in una morsa finanziaria che fa morti silenziosi uccisi dal sistema monetario. L’aumento delle tasse crea un clima di sfiducia, le famiglie fanno meno figli, sempre meno persone pagano i contributi per la pensione delle prossime generazioni. Questa decrescita farà saltare il sistema e prima o poi scoppierà il caos. Le forti depressioni economiche sono cicliche perché ogni tanto il meccanismo monetario diventa incontrollabile e scoppia ingoiando come una voragine quanta più moneta possibile. Vengono chiamate bolle finanziarie proprio perché come le bolle di sapone alla fine scoppiano. Ogni tanto una bolla scoppia per recuperare il denaro necessario a non far inceppare il meccanismo economico/finanziario.
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