San Giacomo della Marca è nato a Monteprandone (Ascoli Piceno) nel 1394, fu discepolo di san Bernardino da Siena, dal quale ricevette a 22 anni il saio francescano. Come il maestro, anch’egli si diede alla predicazione, in Italia, Polonia, Boemia, Bosnia e in Ungheria dove si recò per ordine del Papa. Oratore ardente, si scagliò soprattutto contro i vizi dell’avarizia e dell’usura.
Proprio per combattere quest’ultima, san Giacomo della Marca ideò i Monti di Pietà, dove i poveri potevano impegnare le proprie cose, non più all’esoso tasso preteso dai privati usurai ma ad un interesse minimo. Già debilitato per la vita di penitenza e colpito da coliche fortissime, morì a Napoli, nel 1476. Le sue ultime parole furono: «Gesù, Maria. Benedetta la Passione di Gesù».
San Giacomo della Marca e il legame con Fermo
La prima volta che il santo venne a Fermo fu nel 1442; venne per predicare la quaresima, ecco come Antonio Nicolai, cronista fermano annota la predicazione del santo: “Ha predicato tutta la quaresima e poi per molti giorni ancora nella piazza comunale e predicava così bene da indurre alla massima devozione tutto il popolo fermano, tanto da avere tremila e quattromila persone di fronte ogni giorno di predica e di mattino“.
Nello stesso anno San Giacomo si adoperò anche per la costruzione di un convento di frati minori osservanti in città. Gli fu regalata la chiesetta di S. Martino in Varano e lì fu costruito il primo conventino per i frati.
Nel 1446 San Giacomo tornò a Fermo dove venne incaricato da questo Comune e da quello di Ascoli Piceno di condurre le trattative per una pace duratura tra le due città: il 5 giugno, giorno di Pentecoste, arrivarono 400 cittadini da Ascoli Piceno, portando ramoscelli di ulivo e si ammassarono nella piazza principale. San Giacomo tenne a tutti una commovente esortazione alla pace e dopo di lui due uomini intonarono in dialetto fermano ed ascolano degli stornelli di pace. Tutti si abbracciarono e cominciarono ad urlare: “Pace! Pace!”. Due giorni dopo furono stipulati ufficialmente i patti sotto la guida di San Giacomo.
Nel 1451 San Giacomo è ancora a Fermo dove viene incaricato dal Comune di ricomporre alcune discordie cittadine. In questa occasione istituì dei Pacieri per mantenere costantemente la concordia cittadina.
Nel 1459 predicò la quaresima e fece approvare anche alcune leggi negli statuti comunali. Ancora nel 1463 interviene al comune per dare consigli su alcune questioni di governo pubblico e fece da mediatore tra il Vescovo e il Comune che erano in discordia per alcune questioni.
Anche nel 1470 viene chiamato per aiutare Vescovo e Comune a trovare un accordo su questioni in cui erano entrati in tensione. Per l’ultima volta San Giacomo venne in città alla fine del 1472 e predicò contro un visionario albanese che diceva di avere avuto un’apparizione della Madonna che gli aveva detto di costruire una chiesetta. La popolazione gli credeva e San Giacomo più volte li avvertì che era un imbroglione. Per favorire un vero culto alla Madonna e distogliere i fermani da quel ciarlatano, San Giacomo donò una bellissima icona Bizantina, ancora oggi venerata, chiamata “la sacra icona”.
Molti anche i miracoli compiuti in città, furono guariti una donna di 25 anni, muta dalla nascita; un’altra donna che soffriva di forti mal di testa da oltre 18 anni; una donna indemoniata; e un bambino di 7 anni, colpito alla nuca da un calcio di cavallo, creduto morto, guarì appena gli venne posto il Nome di Gesù sul capo.
Fonte di integrazione per questo ultimo paragrafo: sangiacomodellamarca.net e precisamente https://www.sangiacomodellamarca.net/luoghi_marche.htm
Convento di S. Martino in Varano
Il convento fu costruito nel 1473 per volere di San Giacomo della Marca per ospitare i Padri Minori Osservanti. La chiesa, preesistente al convento, fu dedicata alla Vergine Annunziata in sostituzione all’antica dedicazione a San Martino in Varano.
All`incirca alla metà del Settecento l`intero complesso conventuale fu ristrutturato su disegno di Scipione Daretti. Nella chiesa si ammiravano la ‘Via Crucis’ del fiammingo Luigi Calvart, il quadro di ‘San Pasquale’ del pittore Giovanni Battista Piazzetta e la ‘S. Icona’ che vi depositò San Giacomo della Marca.
I Padri Minori Osservanti abbandonarono il convento in seguito alla soppressione napoleonica del 1810.
L`edificio fu ampliato e ristrutturato all`incirca nel 1862 quando dapprima vi fu trasferito l’ospedale civile e militare e poi, nel 1874, vi si collocò il manicomio provinciale, che era stato fondato nel 1854 presso il convento di S. Francesco di Paola.
Nel 1895 fu costruito ad Oriente del convento un nuovo corpo di fabbrica di pertinenza del manicomio per accogliere nel lato sinistro la sezione maschile e in quello destro la femminile.
All`inizio del XX secolo fu costruito a meridione il laboratorio artigianale sia per scopi terapeutici che per la manutenzione dell’intero complesso ospedaliero. Tra il 1950 e il 1951 fu costruito a Nord/Ovest il reparto ‘De Sactis’ destinato ad accogliere bambini subnormali
Con decreto n. 4391 del 17-12-1981 l`intero complesso di proprietà dell`Amministrazione provinciale di Ascoli Piceno veniva trasferito, in seguito alla Legge regionale n. 24/1980, al Comune di Fermo con il vincolo di destinazione all’Unità Sanitaria Locale n. 21, che dal 1994 circa, in seguito al D.lgs. del 7-12-1993 art. 4, è stata trasformata in Azienda Sanitaria Locale.
Lo stabile oggi
Si trova in Via Dante Zeppilli n°18 ed è oggi sede dell’AST (Azienda Sanitaria Territoriale) di Fermo. Al piano terra vi è il punto prelievi.
Il ponte dedicato a San Giacomo
Il vecchio ponte sul Tenna (crollato), i cui resti sono ancora oggi visibili a Campiglione di Fermo e Molini, era stato dedicato proprio a San Giacomo?
Nella toponomastica di Fermo troviamo Via San Giacomo della Marca a Salvano di Fermo.